Come sapete mi interesso di Psicologia da sempre. L’ho studiata al Liceo e sono sempre stata fermamente convinta che alcuni periodi della nostra vita siano così intensi da dover essere affrontati con l’aiuto di un terapeuta. Con la mia amica Anastasia Pelliccia ho conosciuto l’approccio Umanistico e Bioenergetico, ma non ho mai approfondito con voi l’argomento. Ecco perché ho deciso di intervistare una collega di Anastasia sull’argomento.

Roberta Ruggieri, psicologa Umanistica

Ho chiesto a Roberta di parlarmi del suo lavoro e dei percorsi che crea per i suoi pazienti. Grazie alla sua testimonianza avrete modo di capire meglio in cosa consiste l’approccio umanistico-bioenergetico e quanto possa essere efficace in molti casi di training e sostegno.

bioenergetico approccio psicoterapeutico
Roberta Ruggieri, dott.ssa in psicologia e psicoterapeuta

“Ogni percorso è realizzato su misura, così come avviene con un abito di sartoria – mi spiega Roberta. Ogni paziente che ti arriva è unico e diverso dall’altro. Credo che la bravura del terapeuta sia quella di entrare in relazione con il paziente in modo autentico portando in primo luogo il suo essere persona.”

La psicologia Umanistica

La Psicologia Umanistica nasce negli Stati Uniti all’inizio degli anni 70, dalla volontà di riportare al centro
dell’indagine psicologica la sfera della soggettività e dell’esperienza vissuta. Tra i fautori di questo “movimento” troviamo gli psicologi Maslow, May e in particolare Rogers.

Viene definita “Psicologia della Terza Forza” in quanto mette in luce una terza teoria della natura umana
rispetto alla Psicoanalisi classica ed al Comportamentismo positivistico dove la visione dell’essere umano
era frammentaria e riduzionista.

“La Psicologia Umanistica – spiega Ruggieri – allarga quindi il campo di osservazione dell’uomo, ponendo al centro la persona e considerando l’esperienza come la risultante della libertà di scelta, della creatività e dell’autorealizzazione. Si focalizza sulla valorizzazione e sullo sviluppo del potenziale e delle risorse latenti della persona.”

Il punto fondamentale è lo spostamento dell’attenzione dall’uomo “malato” all’uomo “sano“, con un
significativo ribaltamento della concezione di salute e malattia.

“Su questo e su altri presupposti si poggia il mio metodo di intervento – dice Roberta – che ha come obiettivo principale la comprensione del soggetto nella sua totalità individuale al fine di cogliere la sua visione del mondo. Il mio ruolo è quello di facilitare un processo di conoscenza, di crescita e trasformazione propositiva nella
persona, attraverso l’ascolto attivo, l’accettazione, la comprensione e l’empatia.”

Questo significa sentire ciò che l’Altro sente, come vive le situazioni e il significato personale che egli vi
attribuisce.

bioenergetico lo spazio
Nell’approccio umanistico-bioenergetico è importante mettersi in relazione con l’altro e soprattutto mostrargli che lo spazio che lo circonda è sicuro.

“Accedere, senza giudizio ed interpretazione, nel mondo della persona che si affida a me mi consente di
comprendere le sue emozioni, le sue paure, il suo disagio, ma anche di riconoscere le sue risorse che, talvolta,
risultano bloccate ed inespresse.”

Secondo Carl Rogers l’individuo non può essere ridotto al sintomo e alla funzione dei propri organi, ma è
una totalità emozionale, psichica, sociale e biologica, in cui ogni sua espressione, sia fisica che mentale,
rappresenta una parte delle sue emozioni e della sua espressione di vita.

Ogni persona ha dentro di sé tutto ciò che le occorre per stare bene e raggiungere il completo benessere. Questa è la base dell’approccio umanistico-bioenergetico.

“Ognuno è l’attore del proprio cambiamento, accompagnato e guidato, fino al punto di essere capace di
continuare da solo il suo cammino verso il benessere e la pienezza della vita.”

Approccio Umanistico-Bioenergetico

La Bioenergetica nasce negli anni ’50 ad opera del medico psicoterapeuta Alexander Lowen. Parte dal
presupposto che la mente e il corpo sono un’unità imprescindibile e si influenzano reciprocamente.

E’ una forma di terapia che associa il lavoro sul corpo con quello sulla mente, dando luogo ad un intervento più
completo ed efficace.

“Se a livello psichico ed emotivo una persona ha delle difficoltà, un disagio, un disturbo o è stressato – spiega Roberta – questo si manifesterà a livello corporeo, attraverso delle contratture muscolari in diverse parti del corpo: collo, testa, gola, pancia ecc.”

Sbloccando queste tensioni corporee, attraverso esercizi mirati, si favorisce l’espressione delle emozioni
fino ad allora trattenute ripristinando il normale fluire dell’energia
in tutto il corpo e riacquistando una
piena vitalità a livello psichico e corporeo.

“Il corpo è quindi protagonista. L’obiettivo della Bioenergetica è di integrare l’Io con il Corpo, comprendendo
la personalità nei suoi processi energetici. Questi processi, cioè la produzione di energia attraverso la respirazione e la scarica di energia nel movimento, sono le funzioni basilari della vita.”

“Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo.”
Alexander Lowen

Approccio Umanistico e Bioenergetico con i pazienti

“Il primo approccio avviene con la conoscenza del paziente che viene accompagnato in stanza, dove può iniziare a studiare l’ambiente ed imparare a conoscerlo. Durante gli anni di formazione ho appreso l’importanza dell’autenticità e di far sentire il paziente a proprio agio. Spesso spiego che nello spazio che andremo a costruire assieme non ci sarà nessuna forma di giudizio nei suoi confronti. Una cosa che va sempre lasciata fuori dalla stanza.”

bioenergetico approccio mente corpo
L’approccio umanistico-bioenergetico conta molto anche su esercizi corporei guidati. Per questo gli spazi sono molto importanti.

Il primissimo approccio è molto importante: il paziente deve potersi sentire libero di lasciarsi andare e dare spazio al bisogno che lo ha portato a rivolgersi allo specialista.

“La terapia per prima cosa è relazione tra due persone – dice Ruggieri. Anche se il paziente mi sceglie ad esempio perché gli è stato fatto il mio nome, ciò non significa che la nostra relazione debba essere una forzatura. Come in ogni relazione, anche la terapia deve funzionare in modo fluido. Deve nascere il desiderio di voler fare un pezzo di strada insieme e di affidarsi. Per questo alla fine del primo incontro mi piace chiarire questo aspetto perché il paziente deve sentirsi a suo agio nella relazione che intraprenderà e soprattutto deve avere la possibilità di scegliere, dopo avermi incontrata.”

A questo si aggiungono le tecniche terapeutiche che rappresentano gli strumenti della terapia. Nel caso dell’approccio umanistico e bioenergetico si tratta di esercizi corporei, con i quali il paziente può prendere consapevolezza del proprio stato d’animo e delle emozioni sottostanti che causa i suoi stati d’animo.

“Sono molto attenta alla lettura del corpo e al respiro in modo particolare perché questo ci dice molto. Insegnare al paziente a respirare correttamente è importante non solo dal punto di vista fisiologico, ma soprattutto emotivo perché l’ansia è sempre espressione di un malessere è il campanello d’allarme che ti fa capire che qualcosa non va proprio bene. Spesso quando il paziente impara a gestire il proprio respiro e a comprendere tutto il vissuto emotivo che generalmente si cela dietro il sintomo, questo si abbassa notevolmente. Per cui io associo le tecniche terapeutiche alla terapia verbale.”

Roberta e la sua passione per la psicologia

“La mia passione per la psicologia nasce dalle scuole superiori. La mia insegnante di italiano era laureata in
psicologia e ricordo con molto affetto il modo che ebbe di capire un mio stato d’animo in un momento
delicato della mia vita. Lei seppe comprendermi e questo mi fece sentire bene! Da allora pensai che la
psicologia potesse aiutarmi a comprendere non solo i miei stati d’animo, ma anche degli altri.”

Roberta ha iniziato a leggere Freud alle superiori e da lì è partito il suo percorso che l’ha portata ad essere una professionista del settore.

“Ho realizzato gran parte dei miei sogni , ma ce ne sono altri nel cassetto! Ho diversi progetti per il futuro, anche perché uno dei miei difetti è proprio quello di non riuscire a fermare il flusso delle idee. Da poco mi sono spostata in un nuovo studio e sono veramente soddisfatta di questo cambiamento. Erano anni che sognavo uno studio grande che mi permettesse di poter svolgere al meglio il mio lavoro avendo disposizione tutto ciò che mi potesse servire, come ad esempio una stanza ampia dove poter fare gruppi di ogni tipo senza dover ricorrere a spazi esterni non miei. Il progetto prevede di creare un a equipe multidisciplinare per offrire un servizio valido sul territorio dove ho scelto di lavorare.”