Aprile, il mese che ho deciso di dedicare all’Infanzia. Parlerò di me, vi mostrerò cosa sto imparando del rapporto con il neonato e di come mi sto documentando pre-nascita. Oggi parliamo con un’esperta del contatto pelle a pelle.
Cos’è il contatto pelle a pelle?
Stiamo parlando del primo contatto fisico tra la mamma e il proprio bambino. Fino al momento del parto, i due esseri sono legati dal cordone e dalla placenta, ma non c’è contatto.
Con questa pratica il bimbo e la mamma rimangono connessi, anche se in modo diverso, anche dopo l’evento traumatico della nascita.
Si tratta di una pratica che consiste nel posizionare il piccolo sul corpo della mamma, pelle a pelle, coperto, ma non avvolto, da teli caldi, con la testolina che fa capolino fuori.

Ho voluto saperne di più e così su Instagram ho incontrato Maddalena Saccoccio, neuropsicomotricista specializzata nella fascia d’età 0-3 anni. Con lei ho affrontato questo e altri argomenti legati al bambino. Conosciamola insieme.
Chi è la dott.ssa Saccoccio?
“Sono un neuropsicomotricista. Mi sono laureata nel 2007 presso La Sapienza, Roma. Lavoro nella zona di Roma e Ciampino e da allora mi occupo di problematiche legate alla sfera motoria, comunicativa e relazionale.”
Durante il suo percorso, Maddalena ha avuto modo di formarsi presso l’Accademia Cranio Sacrale di Trieste. Da li ha iniziato a lavorare come terapista cranio sacrale. Questo tipo di terapia permette al corpo del paziente di ritrovare un nuovo equilibrio psicofisico, liberando talvolta dall’emotività trattenuta nella disfunzione fisica.
“Successivamente mi sono formata come Insegnate di Massaggio Infantile presso l’associazione AIMI a Bologna e come Consulente Babywearing (portare in fascia) presso la scuola Mammole di Lecco. Tutte queste pratiche e terapie hanno in comune l’obiettivo di facilitare la relazione, l’attaccamento tra il neonato e i propri genitori o chi si prende cura di loro, favorendo il benessere individuale, della triade e dell’intero nucleo familiare per prevenire difficoltà e disturbi successivi di varia natura.”
Cosa significa Contatto Pelle a Pelle
“Il contatto pelle a pelle è una modalità di accudimento e di risposta ai bisogni del neonato, tra cui il contenimento, il calore umano e l’amore. E’ importante per il bimbo percepire e sentire il battito cardiaco, il respiro, la voce del genitore, il suo odore sia per creare un continuum con quello che accadeva già nel grembo materno, che per stabilire un buon attaccamento con chi di prenderà cura di lui, Questi elementi son importantissimi per fornire così sicurezza e le basi per una buona autostima.”
Ci sono tanti studi che ad oggi dimostrano quanto sia importante toccare, accarezzare, massaggiare e stare a contatto pelle a pelle con il proprio bambino per un buon sviluppo cerebrale.

Questo vale per tutti i bimbi e ancor di più quando ci sono nascite premature.
“I nostri piccoli sono la nostra società del domani e tutto quello che possiamo donare loro in termini di amore, calore, contatto e quindi rispetto, sarà ciò che porteranno per sempre con loro, divenendo così degli esseri umani più empatici e migliorando sempre più la nostra società.”
Da quanto tempo si pratica? com’è cambiato il rapporto genitori-figli grazie a questo primo contatto?
“Essendo una modalità di accudimento, questo tipo di contatto si pratica fin da subito, proprio come fosse un continuum di ciò che avveniva durante la gravidanza. Credo che dare risposta al pianto del bimbo, accogliere nel calore di un caldo abbraccio, coccolare i nostri bimbi, faccia mettere più a contatto i genitori con la loro parte più intima, con il loro istinto materno e paterno.”
Spesso dare ascolto a consigli e a modi di fare che non rispecchiano quello che sentiamo, frenando così un istinto di accudimento, diventa molto faticoso per il genitore, andando ad accrescere magari dentro un senso di incompetenza: energie quindi che potrebbero essere utilizzate diversamente.
“Per i bimbi sentirsi accolti, ascoltati e rispettati nei loro bisogni fin da subito permette di crescere in un ambiente più sereno e accogliente andando a creare un attaccamento sicuro verso chi si prende cura di loro. Grazie al contatto si facilita una migliore comprensione e connessione tra genitori e figli migliorando quindi la relazione d’amore.”
Le collane GiocoGioiello
“Sono uno strumento. Un continuo del mio lavoro. Oltre ad essere un Gioiello per la mamma, permettono l’esplorazione manuale e oro-buccale nel bambino. Amo poter sostenere e facilitare i genitori e le famiglie in generale attraverso queste pratiche, rispondendo così al bisogno di tutti i bimbi di essere amati e coccolati, ognuno nella propria individualità.”
Tutti i bimbi ci comunicano i loro bisogni fin da subito, sta a noi innalzarci al loro livello e saperli accogliere.
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