Oggi parliamo di nutrizione. Affrontiamo l’argomento da diversi punti di vista per soffermarci anche sull’importanza di legare una buona dieta a programmi di psicoterapia che aiutino a risolvere disturbi importanti. Uno tra tutti la Dermatite Atopica, argomento che sto seguendo da diversi mesi e che mi sta appassionando sempre di più.

Intervista alla Dott.ssa Rossi

Ho voluto intervistare la Dott.ssa Valentina Rossi perché è una delle promotrici del progetto A-topico di Anastasia Pelliccia. Lei si occupa di aiutare coloro che soffrono di dermatite atopica dal punto di vista della nutrizione.

nutrizione con la dr.ssa valentina rossi
La Dott.ssa Valentina Rossi con cui oggi parliamo di alimentazione e Dermatite Atopica.

Lo dicevamo infatti già negli articoli del mese di Gennaio e Febbraio: questo disturbo va curato da molteplici punti di vista e la dieta è uno di quelli.

“Un nutrizionista è un professionista che si occupa di nutrizione umana in condizioni fisiologiche – spiega Valentina. Possiamo aiutare già soggetti in buona salute, ma soprattutto ci occupiamo di condizioni patologiche accertate. Lo scopo è quello di migliorare lo stato di salute e benessere ed eventualmente gestire problemi di salute che possono beneficiare di una adeguata alimentazione.”

Un nutrizionista non è solo questo. Si tratta anche di una persona che insegna a conoscere, usare e ad apprezzare gli alimenti dal punto di vista sia scientifico che culinario. Per questo aiuta gli atopici a vedere la loro condizione di salute e la loro dieta da punti di vista diversi.

Da dove nasce la passione per la Nutrizione?

“Io nasco come biologa – mi racconta Valentina. Sono laureata in biologia: la scienza della vita. Amo la vita in tutti i suoi aspetti! La biologia studia l’ambiente, gli ecosistemi, gli organismi viventi, animali e vegetali, uomo compreso. La nutrizione è una prerogativa di tutti gli esseri viventi e in questo noi non facciamo certo eccezione. Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si è mangiato bene (come diceva Virginia Woolf, ma questo aforisma l’ho fatto mio perché rispecchia molto il mio modo di vedere la professione).”

Sono d’accordo purtroppo non per tutti l’alimentazione è un campo cosi libero. Chi soffre di dermatite atopica per stare bene deve mangiare determinati alimenti e seguire un percorso alimentare ben preciso.

“Chi soffre di DA – spiega la Dott.ssa – è soggetto ad un disturbo di cui si parla poco. In molti quando scoprono di avere questo tipo di disturbo non sanno che va affrontato con una terapia psicoterapeutica e con un regime alimentare particolare.”

nutrizione e dermatite atopica
Chi soffre di DA deve assolutamente seguire un regime alimentare controllato.

Lo dicevamo anche nei mesi scorsi: queste persone hanno bisogno di essere seguite sia psicologicamente che da un punto di vista nutrizionale per far sì che riescano a convivere con il disturbo stesso.

Gli affetti da DA dovranno scegliere alcuni alimenti piuttosto che altri. Questi alimenti li aiutano a combattere questo disturbo, anche se il legame tra DA e nutrizione è materia complessa. Il fatto è che molti pazienti soffrono anche di specifiche allergie alimentari IgE mediate. Spesso proprio queste persone soffrono anche di dermatite atopica.”

Nutrizione in casi di DA

“In questi casi è chiaramente utile, oltre all’eliminazione dell’alimento responsabile dell’allergia, seguire una dieta che aiuti a tenere bassi i livelli di Istamina. L’istamina è un mediatore dei processi allergici. E’ contenuto in diversi alimenti e altri alimenti ne stimolano il rilascio da parte del nostro organismo.”

Stiamo parlando di cibi che per l’appunto possono esacerbare i sintomi della dermatite. Oltre a far conoscere questi cibi al paziente, il nutrizionista gli insegna ad evitarli, magari anche imparando al consultare le etichette dei prodotti alimentari prima dell’acquisto.

E’ fondamentale costruire una dieta basata su cibi “istamino tranquilli” che sia allo stesso tempo in grado di soddisfare le esigenze nutritive ed energetiche, senza annoiare la dieta del paziente.”

Parliamo di grassi

Ci sono quelli buoni e quelli cattivi (anche se tutti sono caratterizzati da un elevato apporto energetico, ma non è questo che ci interessa qui). I grassi buoni, mononisaturi (MUFA) e polinsaturi (PUFA) della serie Omega 3 dovrebbero essere prevalenti nella dieta del paziente DA. Li troviamo ad esempio nell’olio extra vergine di oliva o nel pesce azzurro e nella frutta a guscio.”

nutrizione e grassi
I grassi sono molto importanti nella dieta. Non tutti però, dobbiamo scegliere quelli buoni.

Una dieta ricca di questi elementi aiuta chi soffre di DA a controllare il disturbo e le eruzioni cutanee che ne derivano.

“I grassi cattivi, sono invece quelli saturi e PUFA della serie Omega 6. Si trovano nella carne, soprattutto rossa, nei latticini grassi e negli olii di semi. In particolare li troviamo in moltissimi prodotti industriali che sono diventati di largo consumo, dalle merendine agli snack, dalle patatine alle salse pronte.”

Sono proprio questi prodotti, di rapida preparazione e consumo, che hanno spostato negli ultimi anni l’equilibrio tra omega 3 (antiinfiammatori) e omega 6 (infiammatori) a favore di questi ultimi.

“Questa può essere una concausa dell’aumento delle patologie legata ad una infiammazione di basso grado, come ad esempio l’obesità. Al paziente DA (e non sono a lui) conviene ristabilire l’equilibrio puntando su una scelta migliore dei grassi!”

Parliamo di fibre

“Le fibre sono componenti degli alimenti vegetali (frutta, verdura, legumi, cereali) che non sono assimilati dal nostro intestino, ma vi restano dentro. Rappresentano il substrato per la crescita della flora batterica intestinale.”

La Flora batterica intestinale si nutre di fibre e da esse produce sostanze a noi utili, come gli acidi grassi a catena corta (SCFA). Gli SCFA a loro volta nutrono e proteggono le cellule del colon, ma soprattutto modulano il funzionamento del nostro sistema immunitario.

nutrizione fibre frutta
Se parliamo di nutrizione e fibre, non possiamo non parlare di frutta. E’ molto importante inserirla nella dieta soprattutto di chi soffre di DA, ma attenzione alle quantità.

“E’ stata individuata una correlazione tra i livelli di SCFA e la gravità dei sintomi della DA. Frutta e verdura non dovrebbero quindi mancare sulla tavola di questi pazienti. Ma attenzione: chi non è abituato a mangiarli li dovrebbe inserire nell’alimentazione con cautela e gradualità, per abituare l’intestino.”

Last but not least: Nutrizione e Carboidrati

“Croce e delizia di nutrizionisti, ma anche dei dieters. I carboidrati possono essere classificati in base alla loro capacità di provocare un picco di glicemia e di insulina post prandiale. I carboidrati veloci, ad alto indice glicemico, sono quelli che provocano un rapido ed elevato picco. Tra di loro: patate e riso bianco. I carboidrati lenti, a basso indice glicemico, al contrario provocano picchi più modesti.”

Ora, occorre dire che insulina e glicemia elevate infiammano l’organismo. Per questo è importante insegnare al paziente con dermatite atopica, ma non solo a lui, ad organizzare i pasti in modo da avere curve glicemiche post prandiali lente.

A tutto questo dovremo aggiungere l’argomento integratori, prebiotico e probiotici (campo di ricerca in continua evoluzione). Concluderemmo però con la domanda: Come deve essere la dieta del paziente affetto da dermatite atopica?

Deve essere adeguatamente personalizzata, in base a tutti questi principi. E soprattutto: più che imporre una dieta è importante spiegare queste cose al nostro paziente, e insegnarli, nel tempo, a gestirsi da se!”