Torno anche questo mese a parlare di arte. Come negli ultimi mesi vi parlo di visual art, ovvero dell’arte fatta da ciò che si vede, ma che vuole dire altro. Una cosa curiosa ed interessante che sempre di più negli anni mi intriga e mi appassiona.

Oggi, sempre in compagnia del mio amico artista e fotografo Filippo Basetti parliamo di un suo progetto in cui la figura femminile sembra essere rinchiusa in un contesto tutto diverso da ciò che indossa. Sarà proprio così? Scopriamolo!

Girl in the Drain: progetto pubblicato postumo

Premesso che tutti i progetti di Filippo possono considerarsi aperti, ovvero sempre pronti ad essere ripresi in esame, quello di Girl in the Drain è un progetto nato 10 anni fa e pubblicato oggi nel 2021 da Moveux Mag.

Girl in the drain
Girl in the Drain – Copertina Moveux Mag

“Esatto. La pubblicazione è arrivata dopo 10 anni rispetto alla sua realizzazione – spiega Basetti. Per certi aspetti una sorpresa per altri una gratificazione. La richiesta del Mag di pubblicare le mie foto di donne rinchiuse in gabbia ha voluto dire che il progetto ha un suo perché ed è ancora molto attuale.

Girl in the Drain: il concept

“Tutto nasce da una chiacchierata con il fotografo Carlo Chiavacci – racconta Filippo. Ci stavamo ispirando ai famosi “Corners Portraits” di Irving Penn. Ci ponemmo la sfida di realizzare dei ritratti di moda ambientati tutti nello stesso luogo. Un luogo opposto al glamour, alla scintillante moda, al bello. Carlo ha realizzato con me alcuni scatti del primo periodo di “The girl in the drain”. Al progetto hanno partecipato anche lo stilista Andrea Mattei e alcuni Make-up Artist, molti assistenti e molte ragazze per lo più non modelle professioniste.”

Niente di nuovo per Filippo che di fotografia di moda se ne intende: non a caso è il direttore alla fotografia delle sfilate e degli eventi di IMMAGINE ITALIA, un evento di lingerie e moda casa promosso dalla Camera di Commercio di Pistoia che si tiene ogni anno alla Fortezza da Basso a Firenze.

Guida all’espressività

Filippo mi racconta che per realizzare le foto si è avvalso di modelle per lo più professioniste. Questo lo ha aiutato nella realizzazione del progetto che, diversamente dal solito, è meno “impressionista” e molto più visual. Non a caso stiamo parlando di foto di moda, anche se fuori dal suo contesto classico, ovvero il set o la passerella.

“E’ sempre nelle mie intenzioni cercare di lasciare libera interpretazione a chi mi sta davanti all’obiettivo – conclude Basetti. In questo caso l’outfit creato appositamente dallo stilista ha però dato una forte connotazione alla sessione fotografica ed è stato quindi naturale dare un certo imprinting alle fotografie e all’interpretazione della modella.”