Oggi vi racconto della mia città: Pistoia. Vi avevo già raccontato qualche storia curiosa la scorsa estate, oggi vi parlo di un percorso a piedi che rientra a pieno nei viaggi lenti.
Storia del Villone
Senza soffermarmi troppo sulla storia della storica famiglia Puccini – legata a quel Puccini li, quello che scriveva opere liriche – vi racconto del suo giardino.

Una delle caratteristiche principali è la sua natura agricola. Al momento della sua costruzione e progettazione fu uno dei più belli e grandi giardini dell’Italia dell’epoca (i primi anni ‘60 del ‘900).
È uno dei pochi polmoni verdi della città di Pistoia e offre la possibilità di rilassarsi passeggiandovi lentamente all’interno, all’ombra di bellissimi alberi secolari.
Un posto bello e particolare al tempo stesso a cui sono molto legata perché ci sono cresciuta dentro. Il mio nonno infatti è stato custode della Villa e del Parco per molti anni.
Due passi al parco del Villone
Dopo molto tempo sono tornata a fare due passi al parco del Villone. Ho rivisto i luoghi della mia infanzia e al contempo ho avuto un tuffo al cuore vedendo che molte cose sono cambiate.
Sul mio Instagram ho pubblicato alcune foto della mia passeggiata. Sono stata bene, c’era una pace che non ritrovavo dai tempi della Via degli Dei. E’ bello riscoprire i luoghi vicino casa propria sopratutto adesso che siamo costretti a stare vicino casa.

Il Villone Puccini ha una storia secolare. Molte delle strutture all’interno del parco sono state ristrutturate e mantenute a dovere. In tempo di guerra è stato una base di rifugio e per questo si è trovato anche soggetto a bombardamenti.
In uno di questi il mio nonno di cui vi parlavo sopra è rimasto orfano dell’intera famiglia. Successivamente, sempre al Villone ha ritrovato una casa grazie all’opera di ricostruzione della curia vescovile di Pistoia.
Il Villon Puccini è stato per me base delle mie scampagnate d’infanzia post scuola. D’estate il mio nonno mi portava al parco a raccogliere le pigne e i pinoli che schiacciavamo con i sassi.
Andavamo al lago a vedere le papere e le tartarughe. Gli portavamo il pane vecchio e correvamo in bicicletta intorno al perimetro a filo dell’acqua.
Due passi al parco per trovarlo cambiato
E’ stato bello e rigenerante, ma al tempo stesso ho trovato tante cose cambiate. Forse è l’atmosfera del momento. Forse sono io che sono cambiata, ma per un attimo ho pensato che in un futuro portare mio figlio al parco sarà diverso.

Le strutture gioco sono chiuse. Tutto è recintato. Il bar e la Villa sono spenti. C’è qualcosa che manca. Il verde fa da padrone, papere, pesci e tartarughe stanno bene, ma le persone non possono viversi il parco come una volta.
L’unica cosa positiva è viversi lentamente il percorso interno al parco. Il silenzio coinvolto solo dal fruscio degli alberi mossi dal vento. Ogni tanto qualche uccellino cinguetta.
La primavera sta arrivando, ma sembra tutto fermo, come nella storia del Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett.
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