Tra le mie collaborazioni trovate quella con il visual artist toscano Filippo Basetti. Oggi è con piacere che vi racconto uno dei suoi progetti più famosi, che gli ha procurato una pubblicazione nella nota rivista inglese Savage Mag.
Chi è Filippo Basetti?
Essendo la prima volta che ne parlo su Wonderland Stories, vi faccio anzitutto una breve descrizione del mio pantagruelico amico Filippo.
Filippo Basetti è un artista visivo pistoiese, trovatosi con il tempo ad esprimere la sua arte principalmente tramite lo strumento fotografico.
Non disdegna pittura e scultura, ma il suo pane quotidiano sono le foto e i video. Sin dai primi anni 2000 infatti realizza opere e progetti artistici degni di nota, non solo nell’ambito dell’estetismo ma anche in quello pubblicitario.
E’ stato fotografo di moda ed ha seguito i concept di molte campagne elettorali e pubblicitarie. Insomma, un tutto fare dell’obiettivo, inteso come lente fotografica oltre che come occhio che colpisce nel segno ed interpreta l’immaginario altrui.
Cellophane Project
Cellophane Project è uno dei suoi progetti meglio riusciti. Per meglio dire è uno di quelli che preferisco io, ma vi consiglio di seguirlo su Instagram per scoprire tutti (o quasi) i suoi assi nella manica.
Prima di sentire la sua in merito vorrei descrivervi cosa ho visto io nelle foto che ritraggono questi corpi coperti dalla nota patina opaca.

Cellophane secondo me mostra la realtà oltre lo specchio di ciò che vogliono mostrarci gli schermi di tv e social.
Attraverso il telo satinato, di un bianco non proprio candido, tipico dei cantieri e dei luoghi d’imballaggio è come se Filippo volesse dirci che l’uomo (o la donna, in generale la persona, il corpo umano) spesso si mostra per ciò che non sono, dimenticando che la bellezza molto spesso nei difetti o nel come riusciamo a valorizzare la nostra reale natura.
Potremmo dire che con questo progetto fotografico, l’artista vuole mostrarci di più di un semplice corpo impresso su una tela di plastica dalla luce dei neon. Oltre il corpo c’è la persone e spesso lo specchio non è il miglior modo per conoscersi, bensì per allontanarsi da sè stessi.
L’idea dell’artista per Cellophane Project
“Cellophane Project nasce un po’ per caso, nel 2014, durante uno shooting con la mia amica Serena- spiega Filippo. Per questo primo Cellophane mi aiutò Francesco Marraccini, che in quella occasione mi faceva da assistente. Usammo un telo di plastica che non avevamo usato per imbiancare la sede dove scattavamo. Provai più modi di fotografare Serena con quel telo trasparente.”
Nasce così, per caso, uno dei progetti di visual art più interessanti lanciati in toscana negli ultimi anni. Chissà se Filippo aveva pensato di arrivare ad avere tanto successo per questa idea fotografica.
Cellophane mostra nascondendo. Un progetto artistico che usa la luce per mettere in mostra ciò che c’è dietro al dettaglio. Il corpo umano viene decontestualizzato e apprezzato non nelle forme, ma nel contenuto.
“A dire il vero no. Passato un po’ di tempo ho riflettuto su quello che avevo fatto inconsciamente. Capii che avevo fatto solo quello che faccio sempre con la maggior parte dei miei lavori artistici: ho decontestualizzato.”
L’artista aveva preso una persona e l’avevo immersa in un contesto senza punti di riferimento, estraniandola dalla realtà. Per lui una sorta di gioco psicologico alla reazione di una perdita di contesto. “Il soggetto non vede il fotografo e non viene nemmeno aiutato nelle pose. Negli anni, durante i vari Cellophane – spiega l’artista pistoiese – mi sono accorto che ogni persona reagisce in modo diverso alla situazione e l’affronta con sensazioni e idee diverse. Ecco che ogni volta è un viaggio fotografico e dentro se stessi, sia per me che per chi viene fotografato.“
La Pubblicazione su Savage Mag …
Dopo molti anni a scattare persone più che modelli e modelli da dietro un telo appannato ecco che arriva la pubblicazione di alcune foto del progetto sulla nota rivista Savage Mag, conosciuta soprattuto online dagli appassionati di fotografia.
“Sono stato contattato dalla rivista Savage Mag dopo pochi giorni che ho aperto su Instagram la pagina dedicata al progetto. Si sono subito interessati a capire quello che era il concept del progetto e mi hanno chiesto di inviare delle immagini e un testo per il loro numero in uscita. E’ stato per me un vero piacere essere scelto per quella pubblicazione.”
Un’occasione che ha aumentato notevolmente la visibilità di Filippo su Instagram. Non solo. Gli ha permesso di mettere in mostra un lavoro in cui la sua visual art dedicata al corpo umano ha aperto gli occhi sull’importanza della luce per chi osserva.
Infondo un corpo, la materia, ciò che circonda, è ciò che è in base a chi e a come lo si guarda.
A proposito di materia: Quanto è importante l’elemento materiale per il visual artist?
“Direi che è molto importante come si scelgono i materiali con cui lavorare – spiega Basetti. La materia e la sua resa sono elementi fondamentali per la realizzazione dei miei lavori. Sia che siano fisici che non lo siano. Essendo poi un artista concettuale, scelgo il materiale proprio per la resa che deve avere sull’opera finita. Mi piace sperimentare anche sulla luce e come questa si comporta sui materiali e il cellophane ne é un esempio perfetto.”
Filippo sarà mio ospite sul blog ogni mese. Mi aiuterà ad affrontare il concetto arte contemporanea che amo da diversi punti di vista. Parleremo con lui di altri suoi 2 progetti nel mese di Luglio e Agosto.
Perché l’arte è una cosa meravigliosa e deve far parte della mia Wonderland online.
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