Oggi vi parlo di una compaesana (nel senso che entrambe siamo di Pistoia). Un’amica, perché anche se non la conosco poi così bene, quando l’ho incontrata dal vivo è stato come conoscerla da sempre. Oggi si parla di moda, sartoriale, 2.0 con Caterina Franceschi: la stylist che amava il vintage (e non solo).

Caterina Franceschi e… i suoi gioielli

Caterina ha un piccolo negozietto a Pistoia, la mia città. Lei lo definisce “bottega” e in effetti ne ha tutta l’aria: entrandoci dentro c’è un sapore di posticino d’altri tempi, dove il tempo sembra essersi fermato.

Parliamo proprio di questo: i Gioielli di Caterina, un negozio sartoriale, un laboratorio creativo… come ti definisci e come definiresti il tuo spazio?

“Bhe come definirmi… molto impulsiva! Ho deciso di aprire questo laboratorio ormai 5 anni fa, senza soldi e senza esperienza. Ho sempre lavorato come dipendente e quindi non avevo nessun tipo di “infarinatura” su come aprire un’attività.”

Caterina, prima della bottega, ha lavorato per quasi 10 anni nel campo dell’arredamento: “Progettavo cucine, bagni, camerette e vendevo materiali. Poi, ho avuto un impiego in un negozio di abbigliamento e accessori da skaters. Dopo è partita l’esperienza della mia bottega del cuore (e delle meraviglie) che mi da tanta soddisfazione.”

Sentire Caterina Franceschi parlare della sua bottega mi riempie il cuore. La sua idea – e vi posso assicurare che è così che traspare a chi vi entra – è di ricreare la stanza del cucito della nonna.

“Esatto! Uno spazio accogliente e senza pretese: chi entra deve sentirsi come a casa, tranquillo e felice di poter anche solo fare due chiacchiere senza per forza dover acquistare. Il mio mondo (ma chiamiamolo pure brand) è costituito da alcuni modelli già pronti: creo due collezioni l’anno, una invernale e una estiva, a cui aggiungo dei pezzi creati su misura apposta per il cliente. Tendo sempre a fare un capo per fantasia, o tessuto, in modo da mantenere l’unicità.”

Caterina, l’artista handmader di Pistoia

Non è l’unica. Vi ho già raccontato qualche tempo fa la storia di Federica (vi lascio qui il link alla sua intervista), che crea gioielli ed illustrazioni a tema. Molti dei lavori di Didi Desart sono esposti e in vendita nella bottega di Caterina.

Anche Caterina Franceschi come Federica è una delle artiste handmader di Pistoia (dovrei creare un filone a parte per quante ne stanno spuntando in questo periodo). Proprio per questo le chiedo: pensi che si possa fare qualcosa nella nostra bella città per incentivare l’arte e gli artigiani? Se si che cosa?

caterina franceschi e la sua bottega a pistoia
Ecco Caterina di fronte alla sua bottega a Pistoia

“Credo di si. Il mondo dell’artigianato è sempre più complicato, sia per gli innumerevoli conti da pagare (lo Stato ti ammazza, soprattutto se sei una piccola realtà) e sia perché – ancora oggi nel 2022 – non viene capito. Se un abito lo compri in un Mega negozio tutto moderno lo puoi pagare quanto vuoi, ma se vai in una piccola bottega alla gente non torna di pagarlo così tanto rispetto ad uno di marca. Mi piacerebbe che la mia città creasse degli eventi, magari in collaborazione con tutti gli artigiani, per mettere in luce il nostro lavoro. Sarebbe bello rivisitare un pò la nostra fiera di “Arti e Mestieri” con veri artigiani e non con chi paga il posto soltanto. Perché non avvantaggiarci nelle fiere (ad esempio), per promuovere i negozianti locali: insomma venirci incontro e darsi una mano l’un l’altro.”

Moda 2.0 anti-fast fashion

Ed eccoci arrivati al secondo concetto che volevo mettere in luce con l’intervista a Caterina Franceschi. Pensi che le persone stiano diventando più sensibili alla politica del second hand, dell’handmade, etc.. come sensibilizzarle maggiormente soprattutto per quello che riguarda il tema moda?

“Questa domanda si collega a quello che ho appena detto. In questo periodo storico ci siamo trovati a far mente locale su quello che avevamo in casa, e a sui soldi che non avevamo più nel portafoglio, di conseguenza compriamo più di seconda mano, regaliamo e facciamo girare un capo di mano in mano e tutto questo è fantastico. Ma a causa del poco lavoro, ci troviamo ad acquistare su siti che sfruttano la mano d’opera e usano tessuti di bassissima qualità. Ai miei clienti ripeto sempre una cosa, meglio un capo buono che duri nel tempo, che mille di scarsa qualità. Io personalmente ho smesso già da un pò di comprare in questo tipo di catene della fast fashion, e tendo sempre a proporre alternativa, spero che un domani si torni ad acquistare sempre di più i prodotti locali o da piccole realtà tipo la mia.”

Domanda di rito: le tue Wonderland Women del cuore

“Ti do volentieri dei nuovi nomi da aggiungere alla tua lista di Super Donne. La prima è Claudia Chironi, appassionata di macramè.”

Claudia la conosco già. Mi sono già affidata a lei per qualche regalino di Natale. Claudia (ma questo Caterina non poteva saperlo) era già nella mia lista delle Wonderland da intervistare 😉

“Ho incontrato Claudia per caso: l’ho conosciuta questa estate tramite il mio ragazzo e da allora si è creato un feeling pazzesco, tanto che stiamo facendo veramente il botto con abiti abbinati ad accessori.”

Poi Caterina mi parla di Serena… “Serena, che con le piante crea dei veri e propri piccoli mondi – sui social la trovi come il Giardino di Vetro. La Terza è Martina Desideri, crea catenelle porta ciuccio e piccoli accessori per i più piccoli. Ci conosciamo ormai da anni, abbiamo giocato insieme a pallavolo e lavorato insieme per qualche stagione, lei dopo una gran carriera nel modo dei matrimoni, si è reinventata così, dedicandosi ai più piccoli.”

Di Martina trovate l’intervista pubblicata nella sezione cose curiose a questo link qua.